17 maggio 2015 liberazione della tartaruga marina Gaia


Domenica 17 maggio 2015 è avvenuta la liberazione della tartaruga “Gaia” nel mare Adriatico antistante il litorale di Rosolina (RO), presso il “Bagno Primavera”. L’evento, supportato dal Coordinamento Tartarughe Marine e dal WWF di Rovigo, è stato possibile grazie alla collaborazione tra diversi enti ed associazioni. Si ringrazia il WWF Italia – Progetto Tartarughe Marine per la Regione Veneto, la Clinica (CRAS di Rovigo) del dott. Luciano Tarricone, l’Oasi WWF Dune Alberoni, la Capitaneria di Porto di Chioggia-Porto Levante, il Corpo Forestale dello Stato, il Comune di Rosolina (RO) e gli operatori degli Stabilimenti Balneari di Rosolina Mare, il Litorale Veneto (WWF, Museo di Storia Naturale di Venezia, Museo Civico di Storia Naturale di Jesolo, Università di Padova e Veneto Agricoltura), la Stazione Idrobiologica “U.D’Ancona” di Chioggia, la Fondazione Cetacea di Riccione (RN) e l’Ente Parco Naturale Regionale Delta del Po.

BREVE STORIA DI GAIA

La tartaruga Gaia è stata trovata da pescatori attenti e saggi in una rete da posta nella parte centrale della Laguna di Venezia verso fine febbraio, tra le velme e le barene vicino S.Leonardo-Malamocco in prossimità dell’Oasi WWF Dune degli Alberoni (Lido di VENEZIA), dove fa capo un numero di Pronto Intervento WWF proprio per le tartarughe marine in difficoltà per tutto il litorale Veneto (n° 348-2696472) in contatto con le Capitanerie di Porto e il Corpo Forestale dello Stato, che aiutano il WWF nella preziosa e difficile opera per monitorare e salvare questi animali.

Gaia era debilitata ed infreddolita e subito è stata soccorsa dai pescatori e portata verso la Stazione Idrobiologica di Chioggia (Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova), che collabora con la rete WWF Veneto e con il Coordinamento Litorale Veneto Tartarughe Marine. Da li dopo un attività di Pronto Soccorso messa in atto da veterinario esperto, grazie al WWF e Fondazione Cetacea di Riccione, è stata ospedalizzata per ristabilire lo stato di salute di questo rettile marino dalla caratteristiche inconfondibili ma putroppo a rischio di conservazione anche nei nostri mari. A causa dell’impatto, spesso inconsapevole, della pesca intensiva dei nostri mari e del traffico acqueo aumentato in questi ultimi 20 anni nell’Alto Adriatico.

Tartarughe marine che ricordiamo nell’Alto Adriatico trovano una delle zone di ”pascolo” e approvigionamento più importanti dell’intero Mar Mediterraneo.

La storia di Gaia è a lieto fine: grazie alle cure dei veterinari, alla collaborazione della rete WWF Veneto, Università di Padova e Fondazione Cetacea ed in particolar modo alla sapienza e passione del dott. Luciano Tarricone, che coordina il CRAS di Rovigo e collabora con il WWF, l’animale si è ristabilito ed è pronto per tornare nel suo ambiente naturale, il mare.

Perché ricordiamoci che se avvistiamo un animale in difficoltà, soprattutto verso riva, vuol dire che è in cerca di aiuto perché il suo habitat naturale è il mare aperto, al largo e ben distante dalle nostre coste. Dove può trovare pesce, crostacei, molluschi e anche meduse, alimento per questi rettili di antichissima origine, spuntati nel calendario biologico del Pianeta Terra quasi assieme ai dinosauri, oggi estinti.

E speriamo che Gaia continui a frequentare i nostri mari, se troverà pescatori attenti e saggi come quelli che l’hanno portata in salvo.