Oasi Boj della Ferriana

(nota: pagina in continuo aggiornamento)

DATI GENERALI SITO

Denominazione sito: Oasi Boj della Ferriana
Settore: planiziale
Area umida: Si
Superficie (ettari): circa 7

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DATI NATURALISTICI GENERALI

Descrizione – Il Bojo della Ferriana costituisce un’area umida dell’estensione di circa 7 Ha ubicata appena sotto l’argine dell’Adige e alimentata dalle acque del fiume stesso che emergono in corrispondenza di una stratificazione impermeabile del suolo (fontanazzo).
Sulla base di documentazione bibliografica e di informazioni orali raccolte localmente, è possibile conoscere che in tempi trascorsi simili formazioni erano più numerose ed estese, così che tutta l’area della Ferriana costituiva una zona depressa e non utilizzabile per fini colturali.
L’imbonimento dei suoli acquitrinosi e la loro successiva messa a coltura hanno confinato la zona umida entro l’attuale bacino che risulta ora circondato da contrafforti arginali sul lato sud entro i quali si estende il biotipo.

Aspetti Naturalistici – Il Bojo della Ferriana è l’unica formazione del genere sopravvissuta lungo l’Adige in Provincia di Rovigo. Terreni umidi si segnalavano fino a una decina d’anni orsono a Villa d’Adige, ma oggi risultano portati all’asciutto; il “bojo” ancora presente in Comune di Pettorazza Grimani è alquanto lontano dal fiume Adige ed è molto impoverito dal punto di vista naturalistico. Nel Bojo della Ferriana è possibile distinguere i seguenti tipi di ambiente, ciascuno avente specifiche caratteristiche ecologiche:

a) Zona palustre
Comprende l’invaso di forma lungamente triangolare e parallelo all’argine dell’Adige. In esso si distinguono vegetazioni galleggianti a ninfea gialla e soprattutto una estesa colonia di Erba vescica (Utricularia australis), pianta insettivora di grande pregio e rarità su tutto il territorio italiano. La sua sopravvivenza è legata al mantenimento della stagno in condizioni naturali e alla presenza di acque il più possibile oligotrofiche. E’ chiaro a questo riguardo che le circostanti pratiche agricole costituiscono una minaccia per questa specie.
Altre comunità vegetali di rilievo sono i tifati a Typha angustifolia e T. latifolia, gli scirpeti con Schoenoplectus lacustris e, in parte, i canneti presso le rive. La fauna è caratterizzata da Gallinella d’acqua, Tarabusino (specie di interesse comunitario ai sensi dell’all. I della direttiva “Uccelli”), Usignolo di Fiume, Cannareccione, Cannaiola.

b) Zone umide periferiche.
1) Cariceti – Sono formazioni ubicate a sud, esternamente allo stagno e delimitate dai contrafforti arginali della zona umida. Sono comunità di alofite che rappresentano lo stadio successivo del processo di interrimento dell’invaso e sono formate da comunità di carici, fra cui si possono individuare specie rare quali Valeriana dioica, Myosotis scorpyoides, Hypericum tetrapterum. Il cariceto è attualmente una formazione vegetale molto rara in Polesine.
Nella fauna si segnala la Testuggine di palude, la Rana di Lataste e il Tarabusino, tutte specie di interesse comunitario ai sensi delle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”.

2) Canneti – Sono localizzati prevalentemente a sud dell’area boschiva, ma tendono rapidamente ad espandersi all’interno dei cariceti a causa del prosciugamento di questi. Sono floristicamente molto poveri.
La fauna comprende la Cannaiola, il Migliarino di palude, il Basettino, il Martin pescatore e il Tarabusino.

c) Zona boscata – E’ costituita da un nucleo molto modesto di Ontano nero che nell’ultimo periodo si è ancor più ristretto a causa dei ripetuti incendi causati da piromani. In prossimità del bosco sono rinvenibili limitate comunità di Carex paniculata e della rara felce Thelypteris palustis.
La fauna comprende l’Airone cenerino e la Nitticora.

d) Prati umidi – Occupano teoricamente le zone periferiche rispetto ai cariceti e al bosco umido; sono tuttavia formazioni molto compromesse a causa dell’espansione della canna palustre e del rovo. All’interno di queste comunità è tuttavia ancora possibile ritrovare specie vegetali rare, quali Senecio paludosus, l’Orchidea Epipactis palustris ed Erianthus ravennae. Su una piccola porzione di prato sopravvive fra mille pericoli l’unica stazione polesana dell’orchidea Listera ovata. La fauna comprende il Rospo comune, la Rana di Lataste, la Gallinella d’acqua, il Porciglione e il Germano reale.

e) Fossati perimetrali – La zona umida è interamente circondata da fossati che ospitano la ninfea gialla e la ninfea bianca. Fino ad alcuni anni fa cresceva altresì la rarissima Erba scopina (Hottonia palustris).
Fra le specie animali si segnala la Rana verde e la Raganella, il Rospo smeraldino e la Rana di Lataste.

f) Macchie arbustive – Macchie e siepi di sanguinella, salici e sambuchi si estendono lungo i fossati sul lato ovest e si espandono all’interno dei prati umidi.

SITUAZIONE ECOLOGICA COMPLESSIVA E PROBLEMATICHE

Come ogni zona umida, il Bojo della Ferriana è soggetto a un progressivo e naturale processo di interramento e prosciugamento. Tale processo è ancor più accentuato all’interno di un sistema chiuso, il cui rifornimento d’acqua è assicurato unicamente dalla falda. Nell’arco di circa dieci anni abbiamo pertanto assistito all’innalzamento del fondo dello stagno per il deposito di materiale vegetale e conseguentemente alla riduzione della vegetazione acquatica che ha lasciato maggiore spazio a quella palustre (tifa, canna). Anche il cariceto si è in parte imbonito, mentre, come si è detto, il prato umido si è trasformato in un incolto di canna e rovi.
Da quanto rilevato sorge l’interrogativo circa l’opportunità o meno di lasciare libero corso all’evoluzione naturale, ben sapendo che questo comporta la perdita di tipi ambientali peculiari e ormai estinti su tutto il territorio. Se si intende optare per la manutenzione e la conservazione di tali habitat, diventa obbligatorio porre in atto interventi di correzione dell’evoluzione naturale, quali il contenimento della canna, del rovo e del deposito di lettiera sul fondo del corpo idrico.
Altra problematica di conservazione deriva dalla pratica dell’incendio attuato senza motivo da sconosciuti. In conseguenza di questa abitudine sono andati perduti parte degli ontani spontanei e quasi tutte le giovani piante messe a dimora dal WWF negli ultimi anni.
Il Bojo della Ferriana è un patrimonio naturale che merita di essere tutelato per se stesso, esso può altresì costituire un laboratorio all’aperto di educazione ambientale. A questo scopo l’oasi ha bisogno di essere resa accessibile e visitabile. Si rende pertanto necessario provvedere periodicamente all’apertura e al riordino di alcuni sentieri di accesso.

INTERVENTI PROPOSTI

1) Interventi di minima.
a) Contenimento della canna e del rovo mediante sfalci primaverili.
b) Apertura e manutenzione dei sentieri d’accesso con periodicità almeno mensile nel periodo primavera-estate.
c) Sfalcio delle erbe secche attorno alle piante arboree nel periodo invernale quale misura antincendio.

Tempo richiesto: 24 ore al mese per 7 mesi circa.

2) Interventi per il ripristino ambientale.
a) Contenimento della canna e del rovo.
b) Rimozione dei depositi organici che stanno interrando gli stagni.
c) Piantumazione di essenze arboree (ontano nero, frangola, frassino, quercia) a integrazione dell’area boscata da effettuarsi solo dietro autorizzazione del Magistrato alle Acque.
d) Piantumazione eventuale di essenze erbacee un tempo teoricamente presenti nel Bojo. Intervento a cura del WWF di Rovigo.
e) Sorveglianza delle stazioni di specie rare e interventi per la loro conservazione.

3) Interventi per la fruizione dell’area a scopo educativo.
a) Manutenzione dei sentieri.
b) Eventuale dislocazione di una cartellonistica illustrativa delle peculiarità ambientali. Si fa tuttavia presente che questo tipo di strutture corrono il rischio di essere danneggiate da atti vandalici.
c) Pubblicazione e distribuzione di una Guida all’oasi curata dal WWF di Rovigo. Trattasi dello strumento minimale per poter conoscere e apprezzare l’oasi.
d)  Predisposizione di mezzi per la visitazione dell’oasi: uffici d’informazione, disponibilità di guide naturalistiche.

GESTIONE DEL SITO

Area visitabile: Si
Riferimento per concordare la visita:

WWF Provinciale di Rovigo
Tel. 349/ 8042520 – 327/ 7821731
e-mail: rovigo@wwf.it

EDUCAZIONE AMBIENTALE

E’ possibile svolgere attività di educazione ambientale: Si
Stagione più favorevole: PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO
Orario più favorevole: ALBA-TRAMONTO
Attrezzature o altri sussidi (cartelloni, sentieri segnati, ecc.) eventualmente presenti: Nessuno
Attrezzatura consigliata: SCARPONI, BINOCOLO, CANNOCCHIALE, MACCHINA FOTOGRAFICA

PROSPETTO E PROSPETTIVE GESTIONALI

Sfalcio per ripristino sentiero naturale e contenimento rovo invasivo, ripristino stagni interrati, piantumazione alberi e specie ebacee perenni palustri. Collocazione cartellonistica esplicativa delle peculiarità, pubblicazione di materiale informativo sull’area. Il progetto prevede inoltre il collegamento, attraverso la creazione di un sentiero alberato e di un piccolo ponte in  legno, con le zone umide e boscate  limitrofe ubicate presso un’azienda agricola  confinante e l’ampio  parco di un ristorante già connesso attraverso un cancello all’Oasi WWF.

VALORE NATURALISTICO

Relitto palustre, ultimo esempio di risorgiva del basso corso del fiume Adige. Area naturalistica più importante del comune di Rovigo. L’area riassume in tutte le sue fasi evolutive i profili vegetazionali di una zona palustre dalla vegetazione galleggiante al cariceto-fragmiteto all’alneto. Le specie faunistiche di maggior rilievo sono costituite da: Tarabusino, Porciglione, Migliarino di palude, Germano reale, Sparviero, Tuffetto, Testuggine palustreRana di Lataste  e Tritone crestato.

MINACCE

Interramento naturale degli invasi umidi. In passato l’area era soggetta a incendi del canneto e del bosco.

FATTIBILITA’

Gli, interventi finalizzati al ripristino ambientale e per fruizione a scopo educativo sono realizzabili grazie a una forte partecipazione locale nelle arre limitrofe da collegare al sito in questione e alla piccola entità degli scavi delle zone umide e della manutenzione dei brevi percorsi esistenti.

CARATTERE EVOCATIVO

Habitat  la cui scomparsa trascina con sé le specie endemiche sottoelencate e solo qui presenti.
Vero e proprio giardino botanico naturale questa piccola oasi, ospita una varietà botanica rarissima in pianura padano-veneta, in particolare Utricularia australis,  Epipactis palustris, Thelypteris palustris , rara formazione boschiva di Ontano nero. Ospita inoltre numerose specie ornitiche ed erpetologiche di interesse comunitario.

SPECIE SIMBOLO

Rana di Lataste. Le specie che godrebbero maggiormente degli interventi proposti complessivamente sono la Testuggine palustre, la Rana di Lataste, e il Tritone crestato.

REFERENTE

Eddy Boschetti 349 8042520, Mario Pattavina 339 1987317 e-mail: rovigo@wwf.it

NOTE

Il coinvolgimento del Genio civile di Rovigo attuale titolare dell’Area demaniale (il quale ha proposto di convenzionarsi con il WWF per la gestione dell’area), di associazioni e soggetti economici locali, ha rimesso in moto l’interesse per la zona.  Un incremento di visibilità del sito, può stimolare un collegamento con aree limitrofe di interesse naturalistico ubicate nei pressi, in particolare di una fattoria didattica che comprensiva di due zone boscate e un ampio stagno a poche centinaia di metri dall’Oasi WWF. Il rapporto con un ristorante dotato di laghetto e ampio parco alberato confinante con l’oasi, grazie agli interventi proposti può consolidarsi stimolando ulteriormente la visitazione del sito.

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